03 aprile 2004
Sinaltrainal 1 Coca Cola 0
Dopo dodici giorni di sciopero della fame, dopo decine di morti e continue minacce, i lavoratori del sindacato colombiano Sinaltrainal, da anni impegnato per difendere i diritti dei lavoratori, è riuscito a costringere la Coca Cola al "dialogo" ed al reinserimento di molti lavoratori licenziati. Lo sciopero era iniziato il 15 marzo per protestare contro la chiusura di 14 fabbriche imbottigliatrici e il licenziamento, ingiustificato e sostenuto dal silenzio del ministero colombiano per la protezione sociale, di 600 lavoratori.
All’agitazione erano seguite le minacce di morte firmate dai paramilitari e un lungo silenzio della multinazionale nordamericana, ma i lavoratori hanno continuato a ricevere solidarietà da ogni angolo del pianeta e della stessa Colombia, e alla fine a fare marcia indietro è stata la compagnia. Se le cause che hanno originato la protesta devono ancora essere risolte, dei primi importanti passi sono già stati fatti nell’incontro fra i rappresentanti di Sinaltrainal e il presidente di Coca Cola Colombia.
La multinazionale si è impegnata a non dar seguito a rappresaglie nei confronti dei partecipanti allo sciopero e a revocare le sanzioni imposte; concederà due settimane di licenza remunerata agli scioperanti affinché recuperino la salute e pagherà loro le spese mediche; si farà garante pubblicamente, cioè con la pubblicazione di un documento su un quotidiano nazionale, del rispetto della vita dei propri lavoratori e del loro diritto allo sciopero. (Curandero)
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