02 ottobre 2003

 

Merende

"Nettare degli dei, conforto dei mortali, il vino è una meravigliosa pozione che ha il potere di allontanare le preoccupazioni e di offrirci, anche solo per un istante, la visione del paradiso", così Isabelle Allende, scrittrice, argentina di nascita ma cilena di adozione, descrive il vino nel suo libro "Afrodita" , che tra l'altro vi consiglio di leggere. Sin da bambino, avrò avuto all'incirca 7/8 anni, mio padre, all'ora di pranzo e cena, mi offriva sempre un gocciolino di vino rosso. Ricordo una bottiglia da 1 litro, di color verde con un'etichetta bianca nel cui centro era raffigurata una Stella, il vino, infatti, si chiamava Stellato. Era buono, mi piaceva e l'istinto mi suggeriva, ogni volta, di chiederne ancora ma invano. Il vino, quindi, è sempre stato presente sul tavolo di famiglia e da sempre è un compagno insostituibile di ogni pasto. Dicevano, a ragion veduta, che così facendo mi avrebbero abituato al vino e in futuro non ne avrei abusato. Con questo cosa voglio dire ? Leggo, dall'ultimo notiziario di Paolo Massobrio, che in un piccolo comune dell'avellinese, i bambini di età compresa tra gli otto e gli undici anni fanno merenda a scuola con pane, salame e vino. La notizia è apparsa anche sul Messaggero di oggi. Finalmente una bella notizia! So già che ora si solleverà il solito vespaio di perbenisti, buonisti e detrattori di ogni sorta, che invito , semmai frequentassero questo Blog, a dire la loro. Vi aspetto!



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