28 luglio 2005

 

Time to go






ARRIVEDERCI A SETTEMBRE.

21 luglio 2005

 

1940 - 1992 / 1939 - 1992

"Non sono né un eroe né un kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento...Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno". (Paolo Borsellino)

A Palermo si dice: "per dimostrare di essere onesti bisogna morire".
(Giovanni Falcone)



 

ATTENTI ALLA TRUFFA

Il sospetto che qualcosa fosse poco chiaro è stato confermato da una piccola indagine personale. Altroconsumo, infatti, riporta quanto segue.
A due anni dall'entrata in vigore della patente a punti, dal 1° luglio 2005 è scattata la ricarica per buona condotta di guida, un bonus di 2 punti concesso a chi finora non ha subìto tagli. Ma, subito, qualche truffatore ha cercato di approfittarsi della novità.
I due punti sulla patente sono già stati attribuiti d'ufficio dalla direzione generale della Motorizzazione a chi non ha commesso infrazioni nel corso dell'ultimo biennio, ossia ad oltre 32 milioni di patenti. Chi ne aveva 20, passa ora a 22. I due punti saranno man mano riaccreditati in automatico anche a ogni cittadino che, nell’arco di due anni, non ha più subito decurtazioni dalla patente.


La truffa
Già da qualche giorno, però, circola su internet o via sms, un messaggio che invita a chiamare il numero telefonico di un fantomatico “registro delle patenti” al fine di verificare l’accredito dei due punti.
“Vuoi riaccreditare i punti persi della patente? Chiama il numero 848.xxx.xxx...”. Chiamando il numero indicato, risponde una voce registrata che vi chiederà la data di nascita ed il n° della patente (solo numeri, non le lettere). Dopo alcuni secondi, vi verrà comunicato l'accredito dei 2 punti.
Il “registro delle patenti” è, in realtà, un escamotage creato per farvi chiamare un numero telefonico a pagamento che renderà solo più salata la vostra bolletta. Attenzione, l’accredito sulla patente è automatico, non avete bisogno di telefonare a nessuno!




20 luglio 2005

 

OLIO CARLI



(Da C.P.) Sfida in tribunale per l’olio Carli che non potrà fare riferimento in etichetta alla Liguria. Lo ha deciso il Tribunale di Alba (Cn) che, accogliendo il ricorso dell’azienda olearia Vezza di Grinzane Cavour (Cn), ha dato 90 giorni all’azienda di Oneglia (Im) per ottemperare alla disposizione della sentenza. Secondo l’articolo che appare oggi su Il Sole 24 Ore, l’azienda Carli non è nuova a questi problemi. Altre volte era stata contestata l’originalità del suo olio venduto a domicilio, ma prodotto con olive provenienti da altre parti d’Italia e d’Europa.

CARTOLINA per… L'OLIO CARLI
La sentenza a nostro avviso è gravissima e apre una vertenza su tutto l’olio “della pubblicità” che gira in Italia. Possibile che non si possa sapere la provenienza della materia prima in un’epoca in cui la tracciabilità è diventata un imperativo? Quante altre aziende come la Carli rischiano di ingannare il consumatore con l’uso di nomi territoriali che nulla hanno a che vedere con il prodotto? Chi risponde a queste domande? Probabilmente nessuno.
Se però si rendessero conto, questi oleifici industriali, che la loro politica ha i mesi contati, guadagneremmo tutti in serietà.



18 luglio 2005

 

SHUT YOUR FUCKING MOUTH, PLEASE!

Sta assumendo aspetti inverecondi la gara in atto tra alcuni ministri a chi è il più bravo e il più bello nel tirar fuori proposte per la lotta al terrorismo. L'ultimo della lista (per ora) è l'ineffabile Rocco Buttiglione che ha annunciato a bocca spalancata, con un tono da proclama , misure speciali per le città d'arte, quelle più frequentate dai turisti. Ora noi non discutiamo sul fatto che, con l'aria che tira, alcune città d'arte italiane, e non solo italiane -è già successo a Istanbul e,prima ancora,a Madrid- possano finire nel mirino del terrorismo internazionale e che, dunque, qualche misura di sicurezza in più possa essere opportuna. Discutiamo invece sul fatto che pubblicamente, con prevedibili notevoli echi sui mezzi di comunicazione nostrani e di tutto il mondo , un certo numero di città turistiche vengano indicate come probabili obiettivi di Al Qaeda e soci e quindi assolutamente bisognose di speciali misure di protezione. A nostro parere queste prese di posizioni certamente guadagneranno l'apertura del giornale stampato e di quello televisivo ma altrettanto certamente provocheranno due gravi conseguenze negative. La prima è che qualche gruppo terroristico potrebbe , per così dire, essere indotto in tentazione, dunque mettere occhi o addirittura bombe in città che prima non aveva considerato come possibili obiettivi. La seconda è che gridando all'Italia e al mondo che la tranquillità al minimo e la vita al massimo sono a rischio per chi visita i nostri centri artistici più importanti si contribuisce a condannare al fallimento l'industria turistica del nostro paese, un tempo uno dei pilastri dell' economia italiana , oggi già in crisi. Questo significa che le città d'arte e tutti gli altri possibili obiettivi del terrorismo internazionale debbono essere lasciati indifesi? Per carità. Significa solo che sarebbe opportuno -e tanto più per i ministri di un governo con pochi mesi di vita- fare molto e parlare poco. (Tratto da Politicablog.info)

14 luglio 2005

 

L'OLIO DI LORENZO

(C.P.) Riconoscimento scientifico per l’Olio di Lorenzo, il rimedio scoperto da due coniugi alessandrini per combattere la rara malattia del figlio che porta alla degenerazione del cervello. La combinazione dei grassi dell’olio di oliva con quello di semi di ravizzone hanno dato risultati insperati. Ora il figlio, che ai tempi della malattia aveva 5 anni, ne ha 26 ed è vivo, nonostante i medici avessero diagnosticato solo due anni. Così, grazie ad altre positive esperienze, l’Istituto Kennedy Krieger ha riconosciuto valida la scoperta portata avanti con il “progetto Mielina” dagli stessi coniugi Odone di Gamalero.
Ne scrive La Stampa (edizioni provinciali).



12 luglio 2005

 

CITAZIONE


Il buon è sempre poco per destino, sempre nel poco gran valor si serra. E qual in sé maggior virtù consepe, un stronzo di somaro o un gran di pepe?

Giambattista Marino (poeta italiano)


11 luglio 2005

 

QUA' E LA' 2

(Club Papillon)
LA NOTIZIA: Siamo ai vertici dell'enogastronomia politica dopo la decisione degli organizzatori del Festival dell'Unità di Prato di non chiamare più "Margherita" la pizza con solo pomodoro, basilico e mozzarella. Motivi di opportunità politica e di ostilità anti-rutelliana hanno suggerito di modificare il nome in "Regina". Peccato che lo scontrino della cassa continuasse a battere il nome Margherita. Lo scrive La Stampa di sabato. (A quando un nuovo nome per l'albero delle olive?)

BIRRA:Impazza la moda della birra e soprattutto dei microbirrifici. Per le edizioni Gusto sta per giungere in libreria la guida ai microbirrifici, oltre 400, mentre i giornali parlano diffusamente del fenomeno. Ieri Il Corriere della Sera ha dedicato un'intera pagina alla prossima chiusura della fabbrica di birra bellunese Pedavena.


BIRRA 2: Gravi costi per la birra: il governo ha deciso di aumentare l'accisa del 24%, ovvero 5 volte superiore a quella dei superalcolici. Lo scrive oggi La Repubblica nell'inserto “Economia”. La decisione del governo, fra l'altro, avviene in un momento di ulteriore contrazione dei consumi.

DIETE: Attacco frontale alle diete. Lo scrive in prima pagina Il Corriere della Sera di oggi, mentre La Stampa vi dedica una pagina intera. L'attenzione morbosa al cibo è controproducente. Lo stress da dieta comporta inevitabilmente la ripresa dei consumi precedenti e non porta beneficio alla salute. Queste le tesi pubblicate sulla rivista americana di dietetica che conferma: lo stress da calorie aumenta il colesterolo.

FIORENTINA: Adesso c'è la Fiorentina in provetta. L'invenzione arriva dall'America, dove un gruppo di ricercatori ha sviluppato delle tecniche per far crescere in laboratorio carne commestibile evitando di uccidere gli animali. In pratica, partendo da un'unica cellula, si possono creare bistecche e hamburger in provetta. Lo ha scritto Libero di sabato.

VINO DA MESSA: Mentre da Assoenologi in assemblea plenaria arrivano notizie confortanti per il nostro vino (mentre in Francia le scorte sarebbero pari al quantitativo di due vendemmie) e Giuseppe Martelli tuona contro le doc fantasma e propone la revoca, un allarme arriva dai consumi del vino da Messa che sarebbe in calo e i parroci, per risparmiare, andrebbero ad approvigionarsi dove conviene di più. Il calo è del 25%, ha dichiarato ieri il TG2. Secondo il seminario internazionale sul vino da Messa con sede a Cocconato d'Asti sono un milione i litri di vino annuo destinati a quel consumo, ma il vino da Messa che secondo il canone 924 deve essere De Gemine Vitis et non corruptum, può essere venduto solo da cantine autorizzate dalla Curia vescovile. (Chi ha detto la Messa con il Tavernello?)



07 luglio 2005

 

Sono un rosso giovane e bla, bla, bla


Vita sempre più dura per falsari e Sommelier. E' in arrivo l'etichetta parlante. L’idea è venuta a Daniele Barontini, titolare della Modulgraf, l’azienda pisana che inventa le etichette per buona parte delle aziende del Brunello, della Toscana e per le più prestigiose aziende vinicole (dalla Tenuta dell’Ornellaia alla nuova Tenuta Campo al Sasso di Ludovico Antinori al leader del Sagrantino di Montefalco, Caprai). L’etichetta parlante al momento non è ancora sul mercato e il debutto definitivo è atteso per l’autunno. Ma la curiosità nel frattempo cresce e sono già molte le aziende interessate al prodotto: basta, infatti, avvicinare alla rivoluzionaria etichetta un piccolo lettore - simile ai comuni walkman - per ascoltare la voce del produttore o dell’enologo raccontare la storia del vino, l’annata, la lavorazione, il territorio e condurre così in “differita” una vera e propria degustazione. Il messaggio è personalizzabile e tutto sta alla fantasia delle aziende e alla loro voglia di comunicare.”E’ il vino che si racconta in prima persona - spiega lo stesso Barontini - l’idea sembra piacere e stiamo già ricevendo numerose richieste soprattutto da parte delle aziende più importanti. L’etichetta è stata brevettata dall’ingegnere tedesco Florentin Doring ed è veramente una idea innovativa - aggiunge - perché serve a valorizzare il prodotto e difenderlo al tempo stesso dalla contraffazione.
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MADE IN...


Sulla scia della battaglia in difesa del Parmigiano e del Grana, vediamo quanti e quali altri prodotti tricolore sono oggetto di clonazioni.
Iniziamo dall'antipasto con l'offerta di una grande varietà di falsi salumi (prosciutti Parma Ham e San Daniele, salsicce calabrese o abruzzese, mortadella Bologna e Cacciatore made in USA., mortadella Milanesa prodotta in Cile o salame Milano argentino) e formaggi (Parmesao brasiliano, Regianito argentino, Reggiano e Parmesano sudamericani o Parmesan dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone ma anche "Grana Pardano", "Grana Padana" o "Grana Padona", solo per citare le più colorite e smaccate spuntate negli Stari Uniti. e ancora Gorgonzola brasiliano, Robiola canadese, Fontina e Provolone argentini e il Tinboonzola australiano). E si prosegue poi con gli spaghetti alla bolognese, presenti nei ristoranti in tutto il mondo, tranne che a Bologna, magari conditi con pomodori San Marzano fatti crescere allo "splendido sole" della California e dell'"ottimo" Toscana Olive Plantation australiano. Per secondo sono acquistabili nei supermercati dei diversi continenti delle curiose salse pronte per pollo "alla milanese" o "alla toscana" la cui unica "autenticità nazionale" è millantata dalla raffigurazione sulle confezioni della facciata della Scala di Milano e di un paesaggio tipico toscano. Mentre, per un pranzo veloce è disponibile l'italianeggiante pizza "Pepperoni" senza peperoni ma con una sorta di salamaccio rossastro o quella con l'ananas, entrambe inesistenti nel nostro Paese. Ma, sorprese riguardano anche il contorno soprattutto se viene offerto Chioggia e Treviso radicchio cresciuto in Florida, condito con il Pompeian olive oil e l'Aged Balsamic Vinegar della California o altri aceti che evocano senza pudore nomi italiani. Tra i dolci attenzione ai cannoli e alle cassate fatte a base di smooth ricotta Perfect italiano prodotta in Australia o al tiramisu' con mascarpone del Wisconsin. E se per innaffiare il pasto i falsi "doc" in bottiglia non mancano (Dolcetto, Barbera, Sangiovese e Amarone australiani, Chianti, Sangiovese, Refosco, Barbera, Barolo californiani, ma anche Sangiovese e Chianti in fiasco con tanto di tricolore fatti in Argentina) a concluderlo per digestivo c'è la Grappa ottenuta in Sud Africa o il Marsala argentino. (coldiretti)

06 luglio 2005

 

QUA' E LA'...


...sfogliando i giornali.

PARMESAN - Ieri alla Fao i produttori di Parmigiano Reggiano e Grana Padano hanno protestato per la richiesta americana di dare il via libera al Parmesan. Sono state distribuite per tutta la giornata scaglie di formaggio ai funzionari che entravano nel palazzo.

SOMMELIER ISLAMICO - Ammar Alhindi è un sommelier islamico. Non può bere vino ma lo consiglia dopo averlo semplicemente annusato. Lo scrive oggi Il Giornale che pubblica un ritratto di questo insolito professionista che dice: “Per la mia religione anche il solo gesto di servire alcolici è considerato un peccato”.

CIBI E LETTERATURA - I cibi diventano letteratura. Dai ravioli russi al wasabi, allo squalo aromatizzato. Lo scrive La Stampa di oggi che recensisce la rivista on line di Dave Eggers.

GALLINA ROMAGNOLA - E’ il tormentone dell’estate 2005. Il ritornello “Ciapa la galeina” l’ha inventato un bagnino della Riviera Adriatica e la canzone con testo in dialetto e musica latina ha già spopolato in Brasile. Lo scrive Libero di oggi.

(C.P.)

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DEEP IMPACT

Tutto scaturisce dalla seconda visione del film "Deep Impact" di ieri sera 5 Luglio, passato su Canale 5 (tempismo eccezionale della programmazione) e dalla recensione dello stesso ad opera di Mimi Leder del 1999.

La Leder esordiva così:

"Parliamoci chiaro: il film parte da un’enorme vaccata. Non è assolutamente possibile che una cometa si avvicini al nostro sistema solare senza che gli osservatori astronomici nazionali, o la NASA, se ne accorgano, fino a quando non diventa visibile con il piccolo telescopio che un bambino americano su due ha in casa."

Questo è vero, ma è altrettanto vero che il mondo verrebbe a conoscenza di una cosa del genere proprio da osservazioni casuali perchè sia Nasa che altre Agenzie Spaziali non rivelerebbero una eventuale notizia proprio per non generare caos, panico, fughe di massa (chissà poi per dove) ecc.

Detto questo, mi sorge spontanea una serie di domande:

E se fosse proprio così? E se la missione "Deep Impact", andata a buon fine (?) avesse proprio questo scopo? E se avessero portato a termine una missione preventiva celando il fine reale dietro il paravento della scienza e della conoscenza?

Dobbiamo aspettare le rivelazioni di un altro "Leo Biederman?" Boh!

E l’Eterno disse in cuor suo: Io non maledirò più la terra a cagion dell’uomo, poiché i disegni del cuor dell’uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza; e non colpirò più ogni cosa vivente, come ho fatto. Finché la terra durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai.(Genesi, 8 : 21-22.)




05 luglio 2005

 

SEGNALAZIONE


Ricevo da JS di Lapecheronza e pubblico volentieri.


"Ciao, penso che non ci sia posto più adeguato del tuo per pubblicizzare questo "lavoro":

Lapechemagna!

http://www.lapecheronza.org/stories.php?story=05/07/05/1794722

Ciao e buon lavoro!

JS"


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5.7.05



 

LA NOTIZIA DI PAOLO MASSOBRIO


“Il Parmesan No Pasdaran”. Si conclude così l’articolo in seconda pagina sul Il Tempo di Roma dove Paolo Massobrio stigmatizza la prepotenza americana di rendere legale un’imitazione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano. Ieri a Roma la Coldiretti ha protestato per l’iniziativa, parlando di vere e proprie contraffazioni. Scrive Massobrio: “Hanno chiesto alla Fao di commercializzare una vergogna… Ed è incredibile e patetico come questi amerikani, per nascondere i loro affari, si mettano sulla via della filantropia: gli ogm sfamerebbero il mondo, il Parmesan i poveri. E se semplicemente cambiassero nome, tanto per non rompere le palle a chi ha affermato un brand nel mondo? Non sarebbe meglio per tutti?”.

Concordo nella maniera più assoluta!

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